Innanzitutto, quando torneremo a viaggiare a lungo raggio?
Risposta breve: premesso che nessuno ha la sfera di cristallo e che tutto dipenderà dall’efficacia delle misure messe in atto dai vari governi, dall’evoluzione del virus e dalla rapidità delle vaccinazioni, è realistico pensare che l’autunno-inverno del 2021 segnerà il ritorno al viaggio.
Ora scopriamo le 7 tendenze del viaggio del futuro!
- Il trasporto aereo tra crisi e hi-tech
- Il Viaggio della Vita
- Prudenza…
- … e sostenibilità
- Germofobia
- Flessibilità
- Assicurazioni
1. Il trasporto aereo tra crisi e hi-tech
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L’11/9/2001 ha segnato un punto di svolta dopo il quale il trasporto aereo come lo conoscevamo ha semplicemente cessato di esistere. Ma per il settore, il covid-19 avrà un impatto di gran lunga più importante e complesso di quello causato dall’attentato di 20 anni fa.
La crisi e la ripresa
La crisi che stanno vivendo le compagnie aeree è la più grave di sempre: in un comunicato del giugno 2020, IATA (International Air Travel Association) ha stimato che nel 2020 le perdite totali del settore avrebbero superato gli 84 miliardi di dollari. Nel 2021 è prevista una ripresa, con 3,38 miliardi di passeggeri (più o meno lo stesso numero del 2014) e ricavi complessivi per 598 miliardi di dollari, ovvero il 42% in più rispetto al 2020, ma pur sempre il 29% in meno rispetto al 2019. Nel frattempo, varie compagnie già “deboli” prima della crisi hanno dichiarato bancarotta; altre le seguiranno, con conseguenti ingenti perdite di posti di lavoro.
Il grande assente: il business travel
Anche quando torneremo a viaggiare a lungo raggio per viaggi di piacere, le compagnie aeree dovranno comunque trovare il modo di far fronte alla più lenta ripresa del business travel, da cui fino al 2019 ricavavano circa il 75% dei loro introiti (a fronte di solo il 12% dei passeggeri).
Questo porterà, tra il 2021 e la prima parte del 2022, a offerte probabilmente molto vantaggiose, di cui sarà bene approfittare non appena sarà possibile (e consentito!) viaggiare in sicurezza fuori dall’Europa. Purtroppo è altrettanto probabile che, non appena la ripresa sarà completa, ci sarà un globale aumento dei prezzi: un motivo in più per non farsi trovare impreparati quando le frontiere del mondo ci saranno nuovamente aperte!
C’è chi parla anche di una possibile riconfigurazione degli spazi in cabina, con una diminuzione dell’offerta di posti in business e prima; l’argomento è controverso, perché se da un lato è possibile che i volumi di business traveller pre-covid non si raggiungano mai più, dall’altro è facilmente prevedibile che i passeggeri post-covid cercheranno molto più di prima distanziamento fisico e privacy. Quel che è certo (o quasi) è che si assisterà a consistenti cambiamenti nel servizio, specialmente nelle classi premium: meno lusso e attenzioni, più igiene e sicurezza.
Un futuro hi-tech
Una tendenza generale, che interessa anche altri mezzi di trasporto, hotel e ristorazione, è la riduzione al minimo dei contatti fisici, con largo impiego di check-in online, dispositivi contactless, codici QR, etc. In vari aeroporti italiani e del mondo, già da prima dello scoppio dell’emergenza, si è iniziato a utilizzare dispositivi di riconoscimento facciale che di fatto sostituiscono le procedure di controllo fisico di passaporto e carta d’imbarco.
La tecnologia biometrica può senz’altro velocizzare i controlli, ma è bene precisare che l’emergenza – o lo stato di post-emergenza – rischia di far “digerire” problemi di privacy e potenziali abusi. Il riconoscimento facciale ha infatti un margine di errore, che aumenta in modo significativo se la persona “scansionata” è donna o ha un’etnia diversa da quella caucasica, dato che gli algoritmi utilizzati per il riconoscimento vengono “allenati” con database immagini in cui donne e minoranze non sono equamente rappresentati.
Infine, i controlli sulla salute dei passeggeri potrebbero diventare la norma. Tanti aeroporti si sono dotati di telecamere termiche, ma in futuro potrebbero aggiornarsi con dispositivi più sofisticati, già in produzione, che rilevano anche parametri come saturazione (il livello di ossigeno nel sangue), velocità del battito cardiaco e della respirazione. Va detto che potrebbe essere molto complicato distinguere un individuo affetto da un virus da un altro affetto da patologie croniche, ma è innegabile che screening di questo tipo sembrino più utili del famigerato limite di ml 100 per i recipienti di liquidi portati a bordo.
2. Il Viaggio della Vita
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L’emergenza sanitaria e l’esperienza del lockdown hanno dato modo a tanti di riflettere sulla fugacità della vita e di rivedere alcune priorità.
Si prevede che, quando torneremo a viaggiare liberamente, troveremo finalmente il coraggio e il tempo di intraprendere il viaggio della vita: sarà il momento del viaggio troppo spesso rimandato, schiacciato tra le incombenze del lavoro e della banalità del quotidiano, delle ferie utilizzate per fare traslochi o lavori in casa, dei risparmi mai toccati perché “non si sa mai”.
Sarà il momento delle esperienze “da fare almeno una volta prima di morire”.
Sarà il momento dei sogni realizzati.
I timidi ponti nelle capitali d’Europa cederanno lo spazio a viaggi “epici”, percorsi lunghi, periodi sabbatici per riappropriarsi del tempo perduto e respirare un po’ di libertà.
3. Prudenza…
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I più prudenti potrebbero rimanere fedeli ad alcune modalità di vacanza “alternativa”, sperimentate e apprezzate durante l’estate 2020:
- la predilezione per mezzi di trasporto privati o riservati: non solo camper e auto, ma anche moto, barca, bici e… piedi!
- la riscoperta di luoghi normalmente dati per scontati e ignorati perché vicino a casa: la famosa “staycation” is here to stay
- la ricerca di mete e sistemazioni isolate, sia che si tratti di una villa solitaria sul mare, un casolare nella campagna toscana o un campeggio in mezzo alla natura
Infine, dopo l’esperienza straordinaria di vedere Venezia, Roma e Firenze splendidamente deserte, in tanti potrebbero preferire la tranquillità della bassa stagione e/o di destinazioni “minori”.
4. … e sostenibilità
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Fino a febbraio 2020 si parlava di un nuovo grande trend del viaggio: il turismo responsabile. In generale, nell’era pre-covid la sostenibilità ambientale e sociale sembrava essere diventata la moda del momento, al punto che persino alcune aziende insospettabili si erano lanciate in sfacciate campagne di greenwashing.
E ora? Con la situazione di crisi che si è creata, sembra quasi che la sostenibilità sia un lusso che non possiamo più permetterci.
Ma per quanto riguarda il turismo responsabile ci sono buone notizie: le buone pratiche per un viaggio sostenibile coincidono con alcune delle modalità di viaggio “prudenti” già citate:
- benché viaggiare a impatto zero sia quasi un’utopia, evitare il più possibile l’aereo è un ottimo punto di partenza per inquinare meno
- viaggiare fuori stagione consente di non alimentare l’overtourism, con effetti positivi sia sulla propria esperienza di viaggio, sia sull’ecosistema urbano dei luoghi visitati
Anche preferire un solo lungo viaggio (il “Viaggio della Vita”) a vari più brevi è una buona pratica: in un’ottica di sostenibilità è meglio percorrere una sola lunga tratta piuttosto che accumulare una serie di tratte brevi o medie che avrebbero potuto essere facilmente coperte in altri modi.
5. Germofobia
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Sono lontani i tempi in cui sorridevamo dei turisti asiatici muniti di mascherine: il covid ridefinirà per un bel po’, se non per sempre, i nostri comportamenti “igienici”. La mascherina è ormai stata sdoganata ed è probabile che continueremo a usarla, volontariamente, in caso di lunghi voli, treni affollati o assembramenti.
La parola sanificazione fa ormai parte del nostro vocabolario quotidiano, e ci attendiamo ovunque scrupolosissime misure: in ufficio, a scuola, in spiaggia, in aereo, in treno. In hotel, nulla risulta più piacevole e rassicurante di una stanza che odora come lo studio di un dentista.
Alcuni aeroporti si stanno popolando, sin d’ora, di speciali robot per la pulizia in grado di distruggere il DNA e l’RNA di un virus tramite l’emissione di raggi UV-C. Ma c’è chi si spinge addirittura oltre, disinfettando i passeggeri all’arrivo: i passeggeri che atterrano all’aeroporto Hong Kong, infatti, si devono sottoporre a un trattamento di 40 secondi all’interno di una sorta di navetta spaziale chiamata CLeanTech, da cui escono perfettamente sterilizzati.
Riassumendo, il senso di sicurezza dovuto a una perfetta igiene continuerà a essere un fattore fondamentale nella scelta e nell’apprezzamento di una sistemazione o di un mezzo di trasporto. Ciò causerà flessioni importanti nei volumi di affari di chi non riuscirà a trasmettere un simile senso di sicurezza: è proprio per questo motivo, ad esempio, che Airbnb sta tuttora faticando a riprendersi.
6. Flessibilità
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Per conservare (o conquistare) i clienti, sarà fondamentale che compagnie aeree, hotel, resort, etc. diano prova di estrema flessibilità, cambiando anche radicalmente le proprie politiche relative a modifiche e cancellazioni. Un esempio su tutti è quello di Delta Air Lines: la compagnia, che solo nel 2019 ha accumulato la bellezza di 830 milioni di dollari in cambi di prenotazione, di recente ha dovuto eliminare gran parte delle proprie penali.
Il clima di grande incertezza in cui ci troviamo ha inevitabilmente minato la fiducia dei viaggiatori, che di fronte a politiche standard di modifica e cancellazione non se la sentono di rischiare, preferendo alternative forse meno affascinanti ma più flessibili.
Quando torneremo a viaggiare, la flessibilità sarà dunque la nuova normalità. Anche in questo caso, a beneficiarne saranno “i pionieri” che oseranno prenotare relativamente presto, approfittando delle nuove opportunità di modifica e cancellazione.
7. Assicurazioni
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Data l’incertezza di presente e futuro, è altamente probabile che l’interesse per le polizze di viaggio continui a crescere. Varie compagnie aeree propongono, in mezzo ad altri extra come noleggio auto e bagagli aggiuntivi, una copertura assicurativa a poco prezzo. Se prima saltavamo la proposta a piè pari, ora la cosa potrebbe sembrarci interessante e conveniente.
Occorre però fare sempre molta attenzione alle condizioni della copertura proposta: innanzitutto, nelle esclusioni non devono comparire riferimenti specifici al covid, o a casi di “pandemia”. In secondo luogo è bene controllare scrupolosamente i casi specifici previsti dalla garanzia annullamento del viaggio. Infine, è necessario assicurarsi che l’esclusione delle malattie preesistenti non includa anche un’eventuale incubazione di covid-19 di cui l’assicurato possa essere ignaro al momento della sottoscrizione.
Certe carte di credito, come ad esempio American Express, offrono alcune coperture incluse nel canone della carta; benché sia difficile che queste coprano tutte le casistiche di cui un viaggiatore potrebbe aver bisogno, è sempre bene verificare quali siano le tutele previste dalla polizza legata alla carta prima di analizzare e scegliere un’eventuale polizza aggiuntiva.
Alcune compagnie assicurative come Europ Assistance, Columbus e Allianz hanno già adeguato la propria offerta con polizze viaggio ad hoc; altre le seguiranno entro l’estate-autunno 2021, quando finalmente torneremo a viaggiare fuori dall’Europa!
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