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Valentina, automunita, autrice de Il Viaggio in Testa.
Un passato tra editoria, turismo e cultura.
Un serio problema di dipendenza da La La Land e dai noodle thai.
Perché il Viaggio in Testa?
Perché ho sempre amato viaggiare, cessare di esistere in un luogo per ritrovarmi nell’Altrove, vivere una di altre mille Vite Possibili, in un cortocircuito spazio-temporale che sembra allontanare nel Tempo ciò che è lontano nello Spazio.
Ho sempre amato fantasticare su viaggi futuri:
stimare a spanne le distanze sul mappamondo, tracciare idealmente il mio cammino sulle mappe, studiare luoghi sconosciuti nei minimi dettagli, immaginandomi in un anonimo diner americano o in un lussuoso hotel della East Coast, in una carrozza di terza classe della Transiberiana o sull’Orient Express, in una bettola di Golden Gai o nel più esclusivo ristorante di cucina Kaiseki a Kyoto.
Il Viaggio in Testa è nato, paradossalmente, durante la pausa forzata dovuta alla pandemia da covid-19, quando le restrizioni alla mobilità hanno consentito di riflettere, (ri)scoprire mete a corto o cortissimo raggio e iniziare a pianificare “viaggi della vita” per tempi migliori (è il revenge travel, bellezza, per parafrasare il buon vecchio Humphrey Bogart).
Il Viaggio in Testa vuole di fornire consigli concreti e un po’ di evasione: strategie, offerte, curiosità e destinazioni per chi ama viaggiare in libertà, non da turisti ma da cittadini del mondo.
Si vorrebbe sempre essere: essere stati, mai. E ci ripugna di non poter vivere contemporaneamente in due luoghi, quando e l’uno e l’altro vivono nel nostro pensiero, anzi nel nostro sistema nervoso: nel nostro corpo…
Possiamo infatti metterci in viaggio. Ma mentre la meta si avvicina e diventa reale, il luogo di partenza si allontana e sostituisce la meta nell’irrealtà dei ricordi; guadagnamo una, e perdiamo l’altro. La lontananza è in noi, vera condizione umana…
Mario Soldati