Per chi conosce la cucina francese, l’associazione tartiflette-Parigi potrebbe sembrare bizzarra: la tartiflette è un formaggiosissimo piatto tipico della Savoia, regione molto più vicina al nostro Nord-Ovest che all’Île-de-France (la regione di Parigi).
Nell’ottobre 2009 avevo poco più di 20 anni, ero appena arrivata a Parigi e la mia vita era un pendolo tra l’esaltazione di vivere a Parigi e la frustrazione di trovarmi continuamente in situazioni tragicomiche, dovute in parte alla mia scarsa dimestichezza col francese e in parte a una grave patologia piuttosto diffusa tra i locali, nota con il nome scientifico di “stron*aggine acuta”. Più avanti avrei imparato a riderne e addirittura provare simpatia per i Parigini e i loro modi, ma all’epoca no: capitava che mi rifugiassi a casa (un monolocale di 20 m2 che condividevo con un altro studente), sul mio letto a soppalco, a rimuginare sulle rispostacce ricevute da una panettiera, da un cameriere di un bar, o da una signora in coda al supermercato.
La Festa della Vendemmia di Montmartre
Un sabato di ottobre, tra un’esaltazione e un rimuginio, fui invitata da alcuni amici ad andare alla Festa della Vendemmia di Montmartre – Fête des Vendanges de Montmartre in francese -. Mi stupii un po’ che a Parigi ci fosse una manifestazione dal nome tanto rustico, e pensai che fosse solo un eufemismo per indicare un evento a cui si sarebbe bevuto molto.
Non mi sbagliavo sul bere molto, ma la vigna c’era davvero:
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È un piccolo appezzamento di nome Clos-Montmartre, unica vigna dell’intera area metropolitana di Parigi, che si trova su una collinetta, proprio accanto al mitico Lapin Agile. Ogni anno da questo vigneto vengono prodotte tra le 1000 e le 1500 bottiglie di vino. Le bottiglie vengono poi fatte invecchiare nelle cantine del municipio di Montmartre, quindi vengono dipinte da artisti famosi ed infine battute all’asta.
La Festa della Vendemmia è nata nel 1934 e continua a essere portata avanti per celebrare la storia – e il vino – di uno dei quartieri più caratteristici di Parigi. La manifestazione si svolge normalmente nella seconda settimana di ottobre, dura 5 giorni e include sfilate di confraternite serie o ridanciane (ricordo tra tutte la “confraternita dei tasta-chiappe”, con tanto di stendardo a tema), concerti, danze e tanti stand enogastronici, con molti vini del territorio e street food à la française.
Tornando a quel magnifico sabato del 2009, i miei amici ed io passammo ore persi nell’allegria della folla, tra musica, artisti di strada e bicchieri di vino…
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… finché il troppo vino e le ore passate a camminare si fecero sentire. Improvvisamente, sentii un profumo delizioso proveniente da uno degli stand. Mi avvicinai incuriosita, lo spettacolo era più o meno questo:
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Un’enorme padellona di tartiflette. Un profumo celestiale. Un signore di una certa età continuava a rimestarla, spandendo ancor di più il profumo. Non sapevo ancora cosa fosse, ma sapevo di volerla: tra la quantità spropositata di formaggio e l’aroma di patate, cipolla e pancetta che riempiva l’aria, era impossibile resistere. Chiesi al signore di darmene una vaschetta. Fu una rivelazione. Da quel momento, a ogni fiera o mercatino invernale francese che ho visitato, non ho mai mancato mai di mangiarmi una bella tartiflette.
Come ricreare questo delizioso piatto tipico della cucina francese? Ecco la ricetta!
Ingredienti per 4 persone
- 1 kg di patate
- 500 g di reblochon (formaggio a pasta pressata da latte crudo di vacca, prodotto in Alta Savoia; in caso di necessità si può sostituire con un formaggio dalle caratteristiche simili, come ad esempio il Montébore)
- 10 cl di panna da cucina
- 4 cipolle
- 10 cl vino bianco secco
- 200 g di pancetta a cubetti
- olio d’oliva, sale e pepe q.b.
- una noce di burro (opzionale)
Tempo totale: 1 ora e 30 minuti
Ho scelto questa ricetta della tartiflette perché è estremamente semplice: a differenza di altre ricette che prevedono più cotture e l’uso del forno, si usa una sola grande padella, in cui gli ingredienti vengono aggiunti progressivamente. Il tempo di preparazione è di 30 minuti, il tempo di cottura totale è di circa un’ora.
- Preparare le cipolle
Pulire e affettare le cipolle, quindi farle appassire a fuoco lento in una padella antiaderente, con un filo d’olio e, se si vuole, anche una noce di burro. Quando le cipolle diventano trasparenti, sfumarle con il vino. Continuare a cuocere a fuoco basso.
- Aggiungere le patate
Pelare le patate e tagliarle a cubetti o in lamelle. Aggiungerle alle cipolle (che ormai dovrebbero essere belle morbide), alzare un po’ il fuoco, aggiungere un po’ d’olio d’oliva, mescolare e coprire. Mescolare regolarmente.
- Aggiungere la pancetta
Quando le patate sono cotte, aggiungere la pancetta. Continuare a mescolare regolarmente.
- Finalmente il reblochon!
Eliminare la crosta del formaggio e tagliarlo in pezzetti piuttosto grandi. Quando la pancetta è cotta, aggiungere il reblochon e la panna da cucina. Mescolare il tutto, cercando di non schiacciare troppo le patate, finché il formaggio fuso si è ben amalgamato al resto degli ingredienti.
- Pepe in abbondanza, poco sale
Pepare generosamente e salare con cautela, assaggiando, per evitare che il piatto diventi troppo salato.
- Servire ben caldo
Servire con un’insalata e annaffiare con del buon vino rosso. Dimenticarsi delle calorie e del colesterolo.
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